I batteri intestinali contrastano allergie, intolleranze alimentari e malattie infiammatorie

Sebbene i batteri sono spesso considerati solo patogeni, vari studi hanno dimostrato in maniera incontestabile che nel nostro corpo, in particolare nel nostro intestino, vive una moltitudine di batteri stabilmente in simbiosi con noi ed il loro numero e varietà si modificano sulla base di una serie di fattori che sono strettamente legati alle nostre abitudini. L’insieme di questi batteri commensali viene chiamato microbiota, mentre l’insieme dei loro geni è chiamato microbioma umano.  Il microbioma fornisce un genoma ricchissimo da cui prendiamo a prestito molti geni, che ci sono necessari per sopravvivere e adattarci ad un mondo in continuo cambiamento. In particolare i batteri intestinali che vivono come commensali svolgono un ruolo molto importante nello sviluppo della immunità specifica PMCID: PMC3159383 . Nel corso dello sviluppo da bambino ad adulto infatti i batteri intestinali influenzano le cellule del sistema immune gastrointestinale tramite uno scambio molecolare fra batteri e cellule dell’ospite che porta a benefici sia per i batteri che per gli uomini.  Studi eseguiti sul microbioma neonatale hanno dimostrato che, quando il bambino nasce per via genitale, la colonizzazione del suo corpo e del suo apparato gastrointestinale da parte dei lattobacilli acidofili (che riceve dalle vie genitali femminili) e dai bifidobatteri (che riceve grazie all’allattamento al seno), costituisce un fattore fondamentale per per stimolare lo sviluppo di un sistema immunitario adeguato [PMID: PMC3063592]. Da tutto ciò ne deriva che l’alterazione del microbiota intestinale favorisce l’insorgere di malattie autoimmuni, infiammatorie intestinali oltre che delle altre cosiddette  malattie del progresso. Queste ultime sono quelle che hanno in comune, al di là della loro apparente diversità, il fatto di essersi diffuse negli ultimi cinquant’anni solo nei paesi del industrializzati. Si tratta di malattie, psichiatriche, neurodegenerative, tumori, diabete, obesità, malattie metaboliche, malattie cardiovascolari, etc. Negli ultimi vent’anni la prevalenza delle malattie infiammatorie intestinali è andata costantemente aumentando e gli studiosi sono ormai concordi nel ritenere che un’alterazione del microbioma intestinale rappresenti sia una causa scatenante che un fattore di mantenimento di questo tipo di patologie che si sviluppano in conseguenza di complesse alterazioni nel rapporto esistente tra l’organismo ospite e i batteri che vivono in simbiosi con lui. Quando si verifica una malattia infiammatoria intestinale, il profilo delle coloni batteriche si modifica in maniera rilevante; ad esempio aumentano a dismisura alcuni ceppi di Escherichia Coli, mentre diminuiscono significativamente le colonie di Lactobacilli e Bifidobatteri [PMID:PMC3319508] [PMID: PMC4133521]. Pertanto l’integrazione della dieta con probiotici può essere di aiuto nel contrastare l’infiammazione e anche alcune reazioni immunitarie anomale quali quelle presenti nella celiachia. Il microbiota riveste un ruolo centrale nel regolare la tolleranza immunologica, facendo sì che il nostro organismo non sviluppi risposte avverse verso gli antigeni alimentari che sono continuamente introdotti con la dieta.

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