Alti livelli di colesterolo sono correlati ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Per questo motivo il colesterolo è stato demonizzato. In realtà il colesterolo è un componente fondamentale delle membrane cellulari, rientra nella composizione degli ormoni, quindi ha delle importanti funzioni fisiologiche, ma è indiscusso che bisogna evitare che il colesterolo in circolo nel sangue raggiunga livelli troppo alti. Il colesterolo totale, corrispondente alla quantità totale di colesterolo presente nel sangue è composto da diverse frazioni, in cui il colesterolo si trova legato a delle proteine che lo trasportano in circolo. Si tratta delle LDL (Low Density Lipoproteins) meglio conosciuto come colesterolo cattivo e delle HDL (High Density Lipoproteins) meglio conosciuto come colesterolo buono. Questi tre parametri sono quindi quelli da tenere in considerazione nella valutazione del rischio cardiovascolare. Infatti valori alti di colesterolo totale e soprattutto di LDL sono associati ad un incremento del rischio cardiovascolare. In linea di massima negli adulti il colesterolo totale non dovrebbe superare i 220 mg/dl e nei bambini o adolescenti non dovrebbe superare i 170 mg/dl, mentre i valori di LDL non dovrebbero superare i 130 mg/dl. Il colesterolo buono (HDL) non dovrebbe scendere sotto valori di 40 mg/dl. Nei casi in cui però sono presenti altri fattori di rischio cardiovascolare e quindi si può parlare di sindrome metabolica l’International Diabetes Federation indica in 50 mg/dL il limite minimo al di sotto del quale non dovrebbe scendere il colesterolo buono nel sangue delle donne.
E’ fondamentale comprendere che il rischio cardiovascolare può essere alto anche in presenza di valori normali di colesterolo totale, questo accade quando i valori di HDL sono troppo bassi. Una prima indicazione del rischio cardiovascolare la si può avere dividendo il valore del colesterolo totale per quello della frazione HDL. Il rischio è alto se supera il valore di 5.
Quando i valori delle analisi del sangue non si mantengono entro i limiti ottimali è necessario cercare di riportarli nella norma agendo prima di tutto sullo stile di vita. Infatti le persone che vogliono ridurre il rischio cardiovascolare non devono necessariamente assumere farmaci, questi vanno assunti solo in casi particolari di alto rischio cardiovascolare. Misure generali come cambiare la dieta abituale ed evitare altri fattori di rischio possono avere un effetto benefico e migliorare la salute del cuore. In primo luogo entra in gioco l’alimentazione, bisogna limitare il consumo di cibi ricchi di grassi saturi, che promuovono l’aumento del colesterolo cattivo ed evitare il più possibile i grassi trans, che oltre a far aumentare il colesterolo cattivo fanno diminuire quello buono. Cambiare dieta non significa mettersi a dieta ma piuttosto sostituire il più possibile i grassi saturi con i grassi insaturi. In poche parole significa mangiare più verdure e pesce meno carne e prodotti latticini molto grassi. Secondo le ultime ricerche la “dieta mediterranea può aiutare ad abbassare il rischio cardiovascolare, intendendo per dieta mediterranea una dieta ricca di verdure, frutta, legumi, frutta secca, olio di oliva, prodotti di farina integrale, pesce, pollo e, se volete, anche un bicchiere di vino ai pasti.
In secondo luogo ma non per questo meno importante è benefico esercitare un’attività fisica regolare (che aiuta soprattutto ad aumentare il colesterolo buono). L’attività fisica regolare aiuta a limitare gli effetti di vari fattori di rischio cardiovascolare, quindi è sicuramente consigliata ai soggetti con ipercolesterolemia.
Altre misure generali consigliate per la riduzione del colesterolo e la prevenzione delle malattie cardiovascolari includono smettere di fumare se si fuma e perdere peso.
Smettere di fumare non solo riduce il rischio cardiovascolare ma migliora anche in generale la aspettativa di vita, anche se a volte gli effetti sui livelli di colesterolo sono minimi. Quindi vale veramente la pena di abbandonare questa abitudine pessima per la salute!
Per quanto riguarda la perdita di peso, non ci sono prove affidabili che dimostrino che la perdita di peso per sé riduca i livelli di colesterolo. Invece le ultime ricerche suggeriscono che sia più importante la qualità dei cibi che si consumano e soprattutto dei grassi contenuti in essi, è questo che la differenza, la percentuale maggiore di grassi insaturi piuttosto che la diminuzione di tutti i grassi. In alcuni studi sugli effetti del cambiamento di abitudini alimentari la perdita di peso per sé non ha avuto alcun effetto sullo sviluppo di malattie cardiovascolari.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]